Volkswagen Golf 7 Gti. In quattro parole si
sintetizza l’icona del segmento C da decenni. Al Salone di Parigi 2012
non è stata solo la prima volta in pubblico per la nuova generazione
della berlina di Wolfsburg, ma anche la premiere della variante sportiva
con le tre lettere storiche, quelle che dagli anni Ottanta si portano
dietro dettagli immutati, come il baffo rosso sulla calandra e i tessuti
a quadri degli interni. Poco importa se fuori moda, anche il tartan
diventa senza tempo sulla Golf 7 Gti.
Le modifiche estetiche sono evidenti, senza essere
esagerate: tradotto, la Gti mantiene l’aplomb della Golf arricchendolo
di sapienti tocchi sportivi. Anzitutto il frontale con la calandra e la griglia del paraurti a nido d’ape, il bordo rosso
ai lati del badge Volkswagen – prolungato fin sui fari – e la sigla
GTI. Sembrerebbero esser tutte qui le modifiche al muso della Golf GTI,
ma uno sguardo più attento scoprirà anche i tre profili alle estremità del paraurti, al posto della singola aletta della Golf 7.
La fiancata, detto degli specchietti adesso montati sullo sportello e
non sul montante – scelta che favorisce la diminuzione dei fruscii in
autostrada -, rapisce lo sguardo con i cerchi in lega a scelta tra 17, 18 e 19 pollici:
il disegno e il diametro consentiranno di farsi il profilo a seconda
del gusto personale, con i cerchi da 18 pollici che sembrano essere il
miglior compromesso tra precisione di guida e comfort all’interno
dell’abitacolo.
Il bello della Golf 7 Gti è riuscire a esser sportiva senza esser sgraziata:
niente minigonne da fiera del tuning, una linea sempre pulita, anche al
posteriore, con i due scarichi che tradiscono le prestazioni pepate
sotto al cofano e i gruppi ottici a led (come le luci diurne sul
frontale; ndr).
E’ notevolmente più leggera rispetto alla Golf precedente,
questa settima serie, nonostante dimensioni cresciute in lunghezza di 5
centimetri (4 metri e 25 totali) e larghezza (+1 cm). L’altezza
inferiore di 5 centimetri sarà un bel plus per la Gti, grazie al
baricentro abbassato, a tutto vantaggio della guidabilità.
Capitolo motore, perché la Gti la si sceglie per quello, non certo
per qualche dettaglio estetico extra rispetto alla sorella dal costume
più rigoroso. Il due litri turbo benzina TFSI è la stessa unità adottata in passato sulla Golf, quindi 4 cilindri sovralimentato con una potenza extra di 10 cavalli: si passa da 210 a 220 cavalli e
per chi volesse ancora di più ci sarà un pacchetto “Track” che
innalzerà la potenza a 230 cavalli. Le prestazioni dichiarate vedono un’accelerazione in 6.6 secondi da zero a cento, con velocità massima di 246 km/h. Con il pacchetto “Track” si toglierà un decimo nello scatto da fermo e la punta massima salirà a 250 orari. Dettagli.
Il cambio sarà a scelta tra il manuale 6 marce e il robotizzato Dsg
con levette al volante. Interni dove abbondano le cuciture rosse – come
sulla leva del cambio e sul volante – e completati dal motivo a trama
quadrata sui sedili, la pedaliera in alluminio e il grande schermo a colori al centro della plancia. Un display da ben 8 pollici, con funzioni di infotainment che spaziano dal navigatore satellitare cartografico alla gestione della multimedialità.
Arriverà sul mercato la prossima primavera, con i prezzi che ancora
non sono stati resi noti. Attualmente, la Golf GTI sesta serie parte da 28.600 euro con carrozzeria tre porte.